martedì 9 settembre 2008

PRIMA O POI QUALCUNO SI ARRABBIERA' SUL SERIO....

(Jamma) La Commissione Europea fin dall'aprile 2006 ha aperto procedimenti di infrazione contro dieci Membro Stati riguardo a restrizioni nel settore del gioco d'azzardo. Sulla base di questi procedimenti gli Stati membri hanno corretto o hanno avviato interventi di modifica alla loro legislazione in questo campo. E' quanto ha risposto in questi giorni la Commissione a seguito di una interrogazione presentata dall'europarlamentare britannico Roger Helmer. La Commissione fa sapere anche che alla Corte di Giustizia sono attualmente pendenti una serie di pronunce che il Tribunale è stato chiamato a fornire dai Tribunali nazionali . Si tratta in tutti i casi di interpretazioni delle norme nazionali.
I casi sui quali fino ad ora la Corte di Giustizia Europea si è pronunciata hanno confermato che i servizi relativi alle scommesse sono servizi che vanno ricompresi nell'ambito dell'art.49 del Trattato Europeo. Le stesse pronunce hanno evidenziato anche che gli Stati Membri hanno un certo margine di autonomia in termini di applicazione delle norme e soprattutto nella definizione degli obiettivi che intendono perseguire attraverso la regolamentazione dei servizi per il gioco.
In ogni caso- ha chiarito la Commissione- gli Stati Membri hanno l'obbligo assoluto di assicurare che qualsiasi restrizione imposta sia compatibile con il Trattato, ad esempio che le restrizioni siano giustificate nell'interesse generale, siano necessarie, proporzionate e non discriminatorie.
“Gli articoli 43 e 49 del trattato di Roma sanciscono la libertà di stabilimento e la libera prestazione di servizi, ha ricordato Helmer. “Questo significa che un'impresa situata in uno Stato membro può offrire servizi, senza impedimenti, nel territorio di un altro Stato membro”. “ Inoltre, il diritto interno degli Stati membri deve essere necessario, proporzionato e non discriminatorio: in altre parole, lo Stato membro deve applicare le proprie leggi nei confronti delle imprese nazionali e non nazionali in maniera equa.
Nel settore del gioco d’azzardo on line nel mercato interno esistono gravi incongruenze. Poiché questo settore industriale è stato escluso nel 2006 dalla direttiva relativa ai servizi, gli Stati membri sono stati liberi di disciplinare il gioco d’azzardo nella maniera che ritengono più opportuna; per il momento alcuni Stati membri hanno deciso di discriminare le imprese straniere, impedendo loro l’accesso ai propri mercati e autorizzando un monopolio nazionale per la fornitura dei medesimi servizi di giochi d’azzardo. L’aspetto peggiore è che i monopoli degli Stati stranieri riescono a sfruttare la situazione negli Stati membri in cui il gioco d’azzardo è regolato da leggi liberali, come avviene nel Regno Unito, pubblicizzando i loro servizi in quei territori e, allo stesso tempo, impedendo alle imprese britanniche di offrire servizi nei loro mercati interni. Tale squilibrio è chiaramente in contrasto con tutti i principi per la tutela dei quali il succitato trattato è stato concepito.
La Commissione è chiamata intraprendere un’azione molto energica a tutela dei principi del mercato interno”.
Già fatto, hanno fatto sapere da Bruxelles.

Nessun commento:

Posta un commento