domenica 3 febbraio 2008

L'EUROPA DELLA CONFUSA CONFUSIONE

tratto dal sito di AGICOS

(AGICOSCOMMESSE) - Roma, 30 Ottobre 2007 - Ore 10,05 - SCOMMESSE: RUGGIERO PALOMBO (VICE DIR. GAZZETTA DELLO SPORT) "C'E' ANCORA TROPPA CONFUSIONE TRA L'EUROPA E LE SINGOLE NAZIONI COME INSEGNA IL CASO DEI CTD STANLEY"
La notizia è piccola piccola. Cosa volete che sia un intervento della Guardia di Finanza a Molfetta per chiudere un centro di raccolta e trasmissione di scommesse sportive appoggiato all'estero? Piccola, ma emblematica di una storia tipicamente italiana. Il provider straniero (nella fattispecie Stanley International betting) insiste nella sua azione facendosi forte di una normativa comunitaria che gli da (vabbè, facciamo che gli darebbe) ragione. Per contro, la Guardia di Finanza si muove sotto diretto avallo e ispirazione (suppongo) dei Monopoli di Stato. C'è una legge italiana che quelle scommesse le considera illegali. Non è questo, a quanto mi risulta, l'unico pasticcio in corso con l'Unione Europea. C'è anche un pronunciamento che dice che le gare per l'assegnazione di certi punti-vendita in Italia non si sono svolte a regola d'arte, o meglio a regole di Unione Europea. Un pronunciamento sul quale a turno sento tutti cantare vittoria. E' chiaro che c'è in giro una gran confusione. E che c'è anche in giro chi sulla confusione e sull'allungamento dei tempi ci sguazza. Siamo nel Paese dove una sentenza finisce in giudicato, cioè dopo essere passata in Cassazione, a far data cinque, dieci, anche venti anni dal primo grado di giudizio.Figuratevi cosa può succedere in campi come questi, dove c'è più finanza che penale, e dove una situazione di stallo che magari viene portata avanti per qualche stagione in più vale per qualcuno milioni e milioni di euro. Mi guardo bene dall'entrare sullo specifico. Nel senso che non ho la competenza né la conoscenza cronologica dei fatti per poter dare una valutazione di un qualche valore giuridico: mi limito a osservare che questa terra di nessuno, questo limbo nel quale tutto è grigio, deve evidentemente far comodo a moltissima gente. Da non addetto ai lavori mi domando: l'Unione Europea è nata ormai da qualche annetto, è possibile che ancora non ci sia stato il modo di tutte queste situazioni, di darsi regole internazionali valide in qualsiasi paese dell'Unione? Perché sulle scommesse non c'è una fiscalità condivisa da tutti i Paesi? Perchè, fatte salve le necessarie garanzie di solvibilità, non viene dato modo a tutti i Provider di fare il loro mestiere? Perché quello che è legale per l'Unione Europea può essere illegale in Italia? Perché decisioni assunte in seno all'Unione Europea tardano ad essere applicate in Italia ? Perché, perché perché? Poi mi vengono in mente due cose, che con le scommesse non c'entrano niente: 1. Il caso di Valentino Rossi e la scoperta (la mia scoperta) dell'esistenza in Gran Bretagna di un regime fiscale per gli stranieri residenti colà unico nel suo genere, e straordinariamente favorevole ai diretti interessati. 2. Il caso del regime fiscale esistente in Spagna per gli sportivi (calciatori in primis) stranieri che, essendo loro clamorosamente favorevole (pagano il 25% delle tasse che pagherebbero altrove), distorce completamente il mercato europeo di compravendita di giocatori. Due fatterelli che sono naturalmente da tempo all'attenzione dell'Unione Europea. Senza che accada nulla. Quando vedo tutte queste cose mi viene un sospetto: quello che l'Unione Europea funziona poco e male.
Ruggiero Palombo
agicoscommesse - 30/10/2007

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